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PsicoLetturificio incontra Enrico IV da “Enrico IV” di Pirandello
Enrico IV pirandello

Enrico IV è un’opera teatrale di Luigi Pirandello, rappresentata per la prima volta il 24 febbraio 1922 al Teatro Manzoni di Milano. La tragedia porta in scena alcuni dei temi più cari a Pirandello: la follia, la maschera e la contraddittorietà tragicomica dell’esistenza. Si racconta, infatti, la storia di un uomo che per sfuggire ai dolori della vita finge, per vent’anni, di essere Enrico IV, Re di Germania.

Di seguito, abbiamo immaginato che Enrico IV affrontasse una seduta di terapia dallo psicologo riflettendo sulla sua condizione e sui cambiamenti in atto.




Buonasera Signore, il suo nome è Enrico, se ho capito bene… cosa la porta qui da me?

Buonasera Dottoressa L. si, il mio nome è Enrico, precisamente Enrico IV Re di Germania e Imperatore del Sacro Romano Impero. Son venuto da lei per chiedere aiuto per placare la mia rabbia e il mio sconforto, sono uomo così potente eppure una donna è capace di farmi sentire così piccolo e indifeso. La donna in questione è la Marchesa Matilde di Toscana che or ora ho rivisto dopo tanti anni, accompagnata dal suo spregevole amante, il barone Tito Belcredi, e dalla loro figlia. Questo incontro ha risvegliato in me sentimenti lontani, emozioni soffocate dal tempo. Ha riportato la mia memoria al terribile evento, il mio incidente a cavallo.


Un terribile evento? Mi sta parlando quindi di un incidente? Me ne parli meglio…

Accadde vent’anni or sono, durante una cavalcata tra gentiluomini, che io caddi tragicamente da cavallo. Una caduta brusca, un forte colpo alla testa che mi fece perdere conoscenza per diverse ore. Quando mi svegliai non ricordavo nulla dell’accaduto, né di coloro che erano intorno a me. Un incredibile buco di memoria che mi ha accompagnato per ben dodici anni. Un incidente, se così vogliamo chiamarlo visto che dietro c’era lo zampino dello spregevole barone Belcredi, che permise a quest’ultimo di conquistare il cuore della Marchesa Matilde. Così la persi per sempre, una caduta da cavallo che ha segnato tutta la mia esistenza. E rivedere oggi quella donna, dopo tanto tempo, ha riportato alla mia memoria quel tragico evento e questi lunghi venti anni che ci hanno separati. Quanta rabbia! Tanti anni impegnato a mantenere in piedi tutto questo: i cerimoniali, gli abiti, la vita di corte…e poi…e poi tutto vacilla davanti agli occhi di quella donna. Oh povero me!


Quindi lei Enrico mi sta dicendo che la caduta da cavallo non fu un incidente fortuito ma provocato? Qualcosa delle conseguenze di cui parla però mi sfugge, mi sembra di cogliere una certa incongruenza nelle sue parole…

E va bene Dottoressa, le rivelerò la mia vera identità, anzi la mia vecchia identità. Ho mentito per anni a tutti i cialtroni che mi stavano intorno, che mi credevano pazzo quando in realtà erano loro i pazzi a eseguire ogni mio ordine, a conciarsi come uomini del Medioevo pur di assecondare il mio volere. Sono rimasto per così tanto tempo nei panni di Enrico IV che ora non riesco più a distaccarmene. Ho goduto della mia posizione di pazzo, sa perché? Perché trovarsi davanti ad un pazzo significa trovarsi davanti a uno che vi scrolla dalle fondamenta tutto quanto avete costruito in voi e io mi sono permesso di farlo. Ho preferito che quella burla diventasse la mia realtà per non guardare in faccia ciò che era accaduto nell’arco della mia temporanea perdita della memoria.


Adesso è tutto un po’ più chiaro. La situazione si è complicata nel tempo, mi sembra di capire. Cosa accadrà da oggi in poi? Cosa vede nel suo futuro Enrico?

Io sono rimasto nella mia maschera da Enrico IV, ma consapevole di esserlo. Preferisco restar pazzo, vivere con lucida coscienza la mia pazzia che è sicuramente più rassicurante della solitudine, del tradimento, dello squallore che provai al mio risveglio dall’incidente. Tutti coloro che mi circondano indossano maschere, son pagliacci involontari, vivono beatamente senza accorgersi della propria maschera e della propria pazzia. Io ho scelto di essere Enrico IV, anzi sono Enrico IV, Re di Germania. Allora, chi è il pazzo?




Commento Dottoressa L.

Il Signore in questione si presenta al mio studio come Enrico IV Re di Germania , mi è quindi chiaro, fin dalla sue prime parole, che mi trovo di fronte ad un caso alquanto complesso, che anticipa in me l’idea di una forma di dissociazione della personalità. Tuttavia, a dispetto della presentazione, il suo racconto sembra essere subito molto schietto, non del tutto confuso con una ipotetica realtà secondaria. Inizialmente mi parla di una ferita amorosa, profonda e ancora non risargita, che lo turba da almeno due decenni e che torna evidentemente a far male proprio di recente. È il nuovo incontro con la donna amata, anche lei nominata facendo ricorso ad un noto personaggio storico, a spingerlo a venire da me. A capo di tutto il malessere del Sig. Enrico sembra trovarsi una rovinosa caduta da cavallo accaduta molti anni fa. Questa avrebbe comportato, a sua stesso dire, una perdita di memoria duratura e la sua conseguente identificazione nel personaggio storico. Tuttavia, il fatto stesso che riferisca così lucidamente l’accaduto, unito alla sua descrizione del comportamento che gli altri intorno a lui avrebbero assunto per assecondare la sua condizione, suscita in me subito un dubbio. Tale dubbio riguarda il fatto che possa effettivamente trattarsi di un caso di amnesia traumatica o, addirittura, di dissociazione della personalità. Il suo “indossare una maschera” e la convinzione di trovarsi circondato da personaggi storici, entrambi stratagemmi che l’uomo si trova costretto a confessarmi quasi subito, sembrano essere per la verità un artifizio, creato ad arte. Probabilmente subito dopo l’evento traumatico, per raggiungere un qualche scopo secondario, il quale tuttavia mi rimane ovviamente ancora incomprensibile. Tale idea, trova in effetti conferma nelle sue ultime affermazioni, provocate dalla mia domanda circa il suo futuro, e che indubbiamente offrono uno sguardo su un disagio psicologico diverso rispetto a quanto si potesse ipotizzare inizialmente, anche se indubbiamente profondo e complesso.


Amnesia post-traumatica

L’amnesia post-traumatica è la condizione di confusione e disorientamento che si manifesta in seguito ad un evento traumatico la cui principale manifestazione è una parziale perdita di memoria. Ne esistono diverse tipologie nelle quali varia il tipo di ricordi che vengono a mancare ed il tipo di nuove informazioni che possono essere o meno memorizzate. Questa caratteristica è spesso associata ad agitazione, ansia, irrequietezza, difficoltà di attenzione e disturbi del comportamento. L’amnesia post-traumatica può manifestarsi associata ad altri disturbi o disagi psichici importanti. La terminologia è in uso dal 1920 quando comparve per la prima volta in un articolo scientifico per indicare il periodo di tempo tra il trauma o la lesione subita ed il ritorno ad una memoria piena e continua.

Redazione Letturificio
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