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Espiazione, il capolavoro di Ian McEwan

Espiazione, pubblicato per la prima volta nel 2001, è ritenuto il grande capolavoro dello scrittore britannico Ian McEwan. Un romanzo brillante, dalla costruzione impeccabile, un labirinto abilmente costruito dall’incredibile penna dell’autore. Una sorta di puzzle che, pagina dopo pagina, vede allineare i propri pezzi. Dal romanzo, inoltre, è stato tratto, nel 2007, un film di grande successo.

La storia inizia in una giornata del 1935 nelle campagne di Londra, lì dove la famiglia Tullis ha una villa, considerata da tutti esteticamente insoddisfacente, ma immersa in un contesto idilliaco e sereno. Per il periodo estivo tutti i giovani della famiglia tornano in quei luoghi per passare le vacanze: Cecilia, la figlia più grande dei Tullis, che studia a Cambridge, Leon suo fratello, e Robbie, il figlio della domestica da sempre nelle grazie della famiglia. Briony è la più piccola, già decisa a diventare una grande scrittrice, aspetta la sera in cui tutti fanno ritorno alla villa per mettere in scena il suo piccolo spettacolo, aiutata dai cugini, Lola e i suoi fratelli, venuti a trovarla dal Nord. Tra gli ospiti c’è anche Paul Marshall, imprenditore dell’ambito dolciario che produce le note barrette Amo e amico di Leon.

Quella giornata inizia nel migliore dei modi, Briony che all’epoca ha 13 anni, è eccitata per il suo piccolo spettacolo domestico e tra una prova e l’altra, osserva i giovani, ospiti della villa, e coglie segnali nuovi tra sua sorella Cecilia e l’amico di sempre, Robbie. Qualcosa di inaspettato ai suoi occhi che, però, non riesce a comprendere totalmente, data la sua giovane età. Ed è proprio in quella calda serata che Briony, testimone diretta di quell’amore appassionato tra i due, accusa Robbie di un crimine orribile, condizionando la sua vita per sempre e macchiandosi di una terribile colpa.

Al primo capitolo che racconta proprio di quella particolare giornata, è dedicato quasi metà dell’intero romanzo, complice l’importanza nella narrazione degli eventi di quelle ventiquattro ore e lo sviluppo di queste dal punto di vista dei tre personaggi coinvolti. McEwan semina dettagli, elementi, sensazioni utili a comprendere in maniera introspettiva i personaggi e l’evolversi delle loro vite, a partire da quella lontana sera estiva.

È nei capitoli successivi che seguiamo le vite dei tre protagonisti segnate indissolubilmente dal peccato della giovane adolescente. Al romanzo si intreccia la Storia, la seconda guerra mondiale e la partecipazione britannica a questa. McEwan, infatti, racconta con dovizia di particolari le terribili atrocità umane legate all’esperienza bellica, sia dal punto di vista dei soldati, tra i quali Robbie Turner, sia da quello delle giovani infermiere che li assistono di ritorno dal fronte, tra le quali la stessa Briony, ormai cresciuta. Per la ricostruzione delle pagine dedicate alla guerra, in particolare agli eventi di Dunkerque, l’autore dichiara di aver utilizzato testimonianze reali, scambi epistolari tra i soldati al fronte e le donne che li aspettavano.

L’amore, la guerra, il rapporto tra finzione e realtà, la crescita, l’espiazione di peccati e soprattutto gli eventi che scatenano il destino inarrestabile, sono alcuni degli elementi che si ritrovano nel capolavoro di Ian McEwan. Espiazione è soprattutto un romanzo sull’amore, quello tra Cecilia e Robbie, sulla guerra, o meglio sull’inutilità e drammaticità di questa, su tre destini legati ad un errore che scatena sviluppi impensabili nelle loro vite.

Inserito dal «Times» nei migliori 100 libri di sempre, Espiazione unisce il romanzo bellico con il romanzo di formazione, seguendo la crescita di Briony da adolescente a donna, e con il metaromanzo. McEwan, infatti, in questo libro toccante e avvincente al tempo stesso, riflette, tramite la giovane donna protagonista, sulla funzione della scrittura, sulla dicotomia tra realtà e finzione e sul potere dell’immaginazione.

Quanto un errore può condizionare indelebilmente delle esistenze? McEwan, come pochi scrittori a lui contemporanei, riesce ad indagare la profondità della psiche umana, rendendo vivi i suoi personaggi e dimostrando un’eccezionale abilità nell’intrecciare realtà e finzione.

Quei pensieri le risultavano familiari e rassicuranti quanto la precisa configurazione delle sue ginocchia con la loro perfetta ma opposta, reversibile simmetria. Un secondo pensiero faceva immancabilmente seguito al primo, ogni mistero generava mistero; chissà se anche gli altri erano vivi quanto lo era lei. Per esempio, sua sorella era altrettanto importante per se stessa, si giudicava altrettanto preziosa? Essere Cecilia era un’esperienza forte quanto essere Briony? Anche sua sorella possedeva una vera se stessa nascosta sotto la cresta di un’onda, e passava del tempo a pensarci, tenendosi un dito davanti alla faccia? Era cosi per tutti gli altri, compresi suo padre, Betty, Hardman? Se la risposta era si, allora il mondo, la società doveva essere complicata in modo inso-stenibile, con i suoi due miliardi di voci, e coi pensieri di tutti allo stesso livello e le pretese di una vita altrettanto intensa da parte di tutti, e con l’unanime convinzione di essere unici, quando nessuno lo era. Uno poteva annegare in tanta irrilevanza.

Redazione Letturificio
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