CONSIGLI DI LETTURA

“I ponti di Madison County”: sogno di un amore eterno
Ponte coperto Iowa

È una calda domenica di fine estate del 1965, i campi di granturco del Midwest sono illuminati dal sole di agosto e un fotoreporter del «National Geographic» si muove per le polverose strade americane in cerca dello scatto perfetto.

I Ponti di Madison County , romanzo di Robert J. Waller, grazie anche all’omonimo film con Maryl Streep e Clint Eastwood, è divenuto un classico intramontabile della letteratura americana e rappresentazione dell’amore eterno per eccellenza.

Il romanzo racconta l’indimenticabile storia di Francesca, italiana trasferitasi in America, dopo la guerra, per seguire il suo giovane marito e il sogno americano, e Robert, fotoreporter di successo, viaggiatore che ha fatto del mondo la sua casa.

Il loro incontro avviene in una calda giornata estiva quando Robert, alla ricerca dei famosi ponti coperti dell’Iowa, si ferma a chiedere informazioni a Francesca, divenuta, dopo vent’anni, una del posto. È così che uno scambio di battute, una birra fresca al calare del sole e una cena improvvisata in assenza di marito e figli, fanno scivolare i due in un’intensa complicità.

I sogni di gloria di Francesca, ex insegnante di letteratura, infranti da tempo contro la provincia americana, troppo ignorante per apprezzare la poesia, e contro un marito troppo retrogrado per sopportare una moglie che lavora, si ravvivano con questo incontro inaspettato.

Il magnetismo di Robert, i racconti dei suoi viaggi in giro per il mondo, il modo in cui la guarda, non solo come moglie, ma come donna, catturano Francesca in una spirale di passione e romanticismo.

Una vita qualunque, di provincia, di campagna, circondata da figli e marito che la danno per scontata, si trasforma in un istante. L’autore racconta un amore adulto, Francesca ha quarant’anni e Robert quasi dieci più di lei, che riesce a soverchiare le certezze di una vita, ponendo i due protagonisti davanti ad una decisione che potrebbe cambiarle per sempre.

Per quanto la trasposizione cinematografica di Clint Eastwood sia memorabile e abbia reso I ponti di Madison County una delle pellicole più famose del cinema, il libro riesce a delineare maggiormente i due protagonisti, in particolar modo Robert. Tra le pagine, il fotografo è spesso accostato ad un animale selvaggio, ma avvicinabile, forte, libero ma in grado di gestire la sua potenza. L’ultimo cowboy, così si definisce, il cui destino è quello di vivere per le strade del mondo, dai villaggi sperduti dell’Asia, alle distese dell’Africa. Ma il giorno in cui incontra Francesca sembra che il suo mondo, le sue certezze si sgretolino:

«Ecco perché sono su questo pianeta, in questo tempo, Francesca. Non per viaggiare o fare fotografie, ma per amarti. Adesso lo so. Per molti più anni di quanti ne abbia vissuti, ho continuato a precipitare dall’orlo di un luogo immenso e altissimo. E in tutti questi anni, precipitavo verso di te».

Francesca, al contrario, è una donna che ha smarrito se stessa tra quelle strade polverose, limitandosi ad essere soltanto moglie e madre ha perso i suoi sogni, le sue ambizioni, in una vita di provincia tranquilla, ma che poco ha da offrirle. Quell’incontro sembra ridarle linfa vitale, la porta a riscoprire la sua femminilità, i suoi desideri, i suoi istinti e le sue emozioni, che, assopite da tempo, adesso tornano a riempire il suo cuore impolverato. Quella di Francesca non è una semplice infatuazione, le attenzioni di quell’uomo venuto da lontano, i suoi modi gentili, l’interesse per i desideri di lei sembrano aver portato a galla un vuoto che cercava di nascondere a se stessa. Quell’uomo sembra ricordarle che avrebbe potuto chiedere di più alla vita, al marito che aveva scelto, invece di riporre tutti i suoi sogni in quelle polverose campagne di Madison County.

L’amore tra Francesca e Robert dura soltanto quattro giorni, vissuti come fossero anni, di una passione smodata, di un’eccitazione adolescenziale, di sguardi profondi e parole sussurrate.

Non sono sicuro di averti dentro di me, né di essere dentro di te, e neppure di possederti. E in ogni caso, non è al possesso che aspiro. Credo invece che siamo entrambi dentro un altro essere che abbiamo creato, e che si chiama “noi”. […] Abbiamo perduto noi stessi e creato qualcos’altro, qualcosa che esiste solo in quanto ci unisce. Ci amiamo. Con tutta la profondità, l’intensità con cui è possibile amarsi.

Due destini che in una giornata di agosto si sono incrociati per intrecciarsi in un amore eterno e riscrivere le loro vite.

Robert J. Waller si fa narratore e poeta, riuscendo a catturare le atmosfere della provincia americana e fonderle con una storia d’amore ricca di romanticismo e di opportunità mancate.

Sono felice di averti incontrata. Avremmo potuto sfiorarci come due frammenti di polvere cosmica, senza mai sapere nulla l’uno dell’altra.

Redazione Letturificio
© Riproduzione Riservata