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PsicoLetturificio incontra Caterina de “La bisbetica domata”

Introduzione all’opera

La bisbetica domata, commedia in cinque atti, appartiene al primo periodo della produzione teatrale di William Shakespeare. La data di composizione è incerta, la critica la colloca intorno al 1593. Il tema trattato è l’assoggettamento della bisbetica e selvaggia Caterina, alla volontà di Petruccio, cacciatore di dote e uomo sicuro di sé, suo futuro marito. La Bisbetica domata ha avuto incredibile fortuna sulle scene inglesi e non solo, subendo, nel corso degli anni, infiniti rimaneggiamenti e adattamenti.

Di seguito, abbiamo immaginato che la bisbetica Caterina affrontasse una seduta di terapia dallo psicologo, riflettendo sulla sua condizione e sui cambiamenti in atto.


Buongiorno Caterina, sono la Dottoressa L., piacere di conoscerla. Cosa l’ha spinta a venire da me? Come si sente?

Buongiorno Dottoressa, mi sento molto in imbarazzo, non so se venire qui sia stata la scelta giusta, ma non riesco a capire cosa mi stia capitando. Mi sento strana, diversa, sono confusa, percepisco che qualcosa sta cambiando dentro di me, ma non riesco a capirne il motivo. Provo delle strane sensazioni e speravo che lei potesse aiutarmi a capire cosa mi stia capitando.

Capisco Caterina, a volte può essere molto difficile capire le nostre emozioni e sensazioni soprattutto quando esse emergono da improvvisi cambiamenti della nostra vita. Saprebbe descrivermi meglio come era prima Caterina?

Sa, prima ero così diversa, irascibile, prepotente, ogni occasione era buona per discutere e far prevalere le mie idee. Sentivo che la gente intorno a me era intimorita dalla mia persona, ma a me andava bene così, cercavo di nascondere le mie debolezze dietro quel comportamento. In città parlavano tutti male di me, mi chiamavano “la bisbetica”, la donna impossibile da domare, pensando che io non li sentissi. Mio padre, pur di liberarsi di me, aveva deciso di non concedere la mano di mia sorella Bianca, prima che io avessi trovato marito. Lei, che era così mite, dolce e tanto corteggiata, a differenza mia, è stata spesso vittima dei miei comportamenti, oggetto dei miei dispetti.


A tal proposito, parliamo un attimo della sua famiglia e di tutte le altre persone che lei ha intorno. Come erano i rapporti con suo padre e con sua sorella Bianca? Come si comportava con loro?

Oh la mia povera sorella ha dovuto sopportare la pena della mia malalingua. Addirittura reclusa da mio padre, mentre i pretendenti si disperavano e si ingegnavano per contendersi la sua mano. Lei, così bella e aggraziata, scatenava in me una gran rabbia, una forte invidia che mi spingeva a deriderla e metterla a disagio ogni volta che eravamo in presenza di altri. Un giorno, le legai le mani dietro la schiena, come una schiava, e la feci presentare in tali condizioni davanti ai suoi pretendenti, ordinandole di dirmi quale fosse quello che più le piaceva. Il mio povero padre non sapeva più cosa fare con me, non sopportava che io maltrattassi in tal modo la sua figlia prediletta. Per lui ero causa di vergogna. Vittime del mio comportamento non erano solo i miei famigliari, ma anche tutti coloro che venivano a farci visita. Una volta, durante una lezione di musica, spazientita dalla mia incapacità nel suonare il liuto e colta da una rabbia improvvisa, ho tirato lo strumento sul capo dell’insegnante. Pover’uomo, era sconvolto! Grondante di sangue è scappato via.


Adesso, invece, mi ha detto di sentirsi e vedersi estremamente diversa, riuscirebbe a capire quali eventi o situazioni potrebbero aver in qualche modo introdotto o indotto questi cambiamenti? E in che modo possa essere accaduto?

Ho riflettuto molto sui cambiamenti che stanno avvenendo in me e non posso che pensare che a scatenarli sia stato il mio incontro con Petruccio. Fin da subito, Petruccio, è stato l’unico uomo in grado di tenermi testa, di affrontare un’intera discussione con me senza sottomettersi alla mia irruenza ed aggressività, ma anzi affrontandomi con la sua irriverenza. Ripagandomi con la stessa moneta ha fatto scattare in me uno strano meccanismo. Si è rivelato subito un uomo deciso e sicuro di sé, è andato da mio padre e ha chiesto la mia mano, convinto di riuscire a resistere al mio discutibile atteggiamento. I corteggiatori di mia sorella Bianca hanno cercato di dissuaderlo, ma lui sicuro della sua persona, e probabilmente stuzzicato dalla mia ricca dote, ha deciso di sposarmi dopo pochi giorni. Io non ero convinta di quella decisione. La domenica all’altare si è presentato con abiti tanto sconci! Non siamo rimasti neanche per il ricco banchetto preparato per le nozze, siamo subito corsi via alla casa in campagna di Petruccio. I giorni successivi ho subìto tante umiliazioni da parte di mio marito che rispondeva alla mia irascibilità, con altrettanta irruenza. Utilizzava con me le stesse armi che io utilizzavo con lui, convinto che io potessi, in tal modo, acquietarmi ed essere rieducata. E forse, oggi, posso dire che aveva ragione.


Cosa vede, Caterina, nel suo domani? Cosa si aspetta dal futuro? Cosa accadrà una volta uscita da questo studio?

Ora provo vergogna a vedere quanto siano sciocche le donne che cercano la guerra e si impongono di dettar legge lì dove dovrebbe regnare la pace. Petruccio, l’uomo che è mio marito, è ora per me la mia stessa vita, il mio re e voglio accoglierlo con un viso sorridente, quando torna nel tepore della nostra casa. L’essere testarda, scontrosa, arcigna, non è altro che essere ribelle all’unione matrimoniale e tradire l’amore del proprio sposo. Non mirerò più ad avere la supremazia nei confronti di Petruccio, ma soltanto ad amarlo con sincerità.


Commento della Dottoressa L.

Caterina sembra presentare, fin dalla giovinezza, molti sintomi di un disturbo isterico che, tuttavia, recentemente sembra subire una potente trasformazione. Inizialmente Caterina si trova a comunicare, in maniera più o meno consapevole, il suo incontenibile stato emotivo, attraverso una serie di comportamenti inusuali e appariscenti. In questo primo tempo, sono molto evidenti in lei atteggiamenti critici nei confronti della realtà che vive quotidianamente e che evidentemente non la soddisfa. Si ripetono forti contestazioni, più o meno esplicite, allo status e al ruolo femminile tradizionale che tutti vorrebbero imporle, ma che non trova in lei corrispondenza. Esprime distacco da queste idee attraverso la “teatralità” di certi atteggiamenti ricorrenti. È evidente che si tratti di tentativi di mantenere l’attenzione degli altri su di sé, forse, in parte diretti alla ricerca intensa di quell’affetto del quale sente la mancanza. Tale situazione provoca alternanza tra un umore basso ed eccessi di rabbia che, a lungo andare, comporta evidenti difficoltà interpersonali. Tuttavia, la conoscenza di un uomo in grado di tenerle testa, sembra in qualche modo renderle improvvisamente tutto chiaro. Possiamo, quindi, ipotizzare che vedere in Petruccio comportamenti molto simili a quelli che lei stessa aveva da sempre utilizzato, per trovare un suo posto negli affetti, le abbia reso evidente l’inutilità stessa della cosa. Questo l’ha liberata da tutta quella struttura emotiva che negli anni si era costruita e che rischiava di schiacciarla.


Dall’isteria, al disturbo Istrionico di personalità

La parola isteria proviene dalla psichiatria del 1800 e in origine stava ad indicare attacchi emotivi particolarmente intensi. Al tempo, si credeva vi soffrissero in modo particolare le donne, a causa di alcune disfunzioni dell’utero. Solo con Sigmund Freud l’attenzione per questo disturbo si sposta su cause traumatiche riconducibili all’infanzia. Dalla seconda metà del Novecento, il concetto di isteria si è trasformato ed ampliato grazie ad ulteriori ricerche. Oggi il disturbo che più si avvicina al concetto di “isteria” ottocentesco è quello istrionico di personalità. 

Redazione Letturificio
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