LE ESCLUSE

Ada Negri: la poetessa del popolo

Ada Negri nasce il 3 febbraio del 1870 da una famiglia umilissima. Figlia di operai, diventa fin da piccola testimone delle problematiche sociali che poi saranno linfa per la sua scrittura. Da giovanissima dimostra la sua curiosità e le sue capacità di apprendimento. Si diploma nel 1887 e inizia a lavorare come insegnante nella scuola elementare Motta Visconti a Pavia.

Contesto storico

In Italia, in quel periodo, ci sono due tipi di donna letterata: da una parte, la donna autodidatta, solitaria, priva di una profonda cultura scolastica e di modelli letterari, che prende ispirazione da ciò che la circonda e dà vita ad una letteratura che si prolunga dal vissuto e dal vero. Dall’altra parte, la donna della famiglia aristocratica o borghese, allevata in condizione di agio, provvista di professori di italiano, latino e greco, che coltiva l’amore per le arti in generale, dalla musica, alla pittura, fino alla letteratura e alla scrittura.

La formazione di Ada Negri

Ada Negri studia a scuola i classici tra cui Omero, Dante, Leopardi e si avvicina agli autori francesi: Dumas, Hugo, Zola. Scrive il suo primo dramma a soli sedici anni. Dal momento in cui diventa insegnante fino al momento della sua prima pubblicazione, studia da autodidatta interessandosi ai poeti scapigliati e innamorandosi di Whitman, Baudelaire e D’Annunzio. Accanto al suo lavoro come insegnante, coltiva l’amore per la scrittura. Sente il bisogno di esprimere le proprie emozioni su carta, attingendo da ciò che ha vissuto in prima persona o da ciò che la sua famiglia le ha raccontato. Ada vuole parlare ai vinti della società, a coloro che si sentono sfruttati, maltrattati, vuole dar voce alle ingiustizie sociali, spinta dalla sua stessa voglia di riscatto.

La prima pubblicazione di Ada Negri: Fatalità

A soli ventidue anni, nel 1892, pubblica, con la casa editrice Treves, Fatalità. Il libro ottiene enorme successo da parte di pubblico e critica. Diventa un caso letterario grazie all’articolo di Sonia Albini per il «Corriere della sera». Questa raccolta poetica colpisce i proletari, umili e senza grande istruzione, che si vedono finalmente rappresentati in una poesia schietta e senza lirismi, ma anche le classi più alte costrette a porsi delle domande sulle ingiustizie sociali. Ada Negri diventa portavoce del popolo. Sul modello dei poeti scapigliati, utilizza toni accesi e non edulcorati per raccontare le condizioni dei lavoratori in fabbrica, sferrando duri attacchi alla borghesia. Il 14 luglio del 1893 Fatalità viene inserito nell’Indice dei libri proibiti per le idee politiche socialiste. Il periodico gesuita «Civiltà cattolica» ritiene l’opera pericolosa e sconsigliabile ad una gioventù, soprattutto femminile, e rimprovera alla Negri di essersi fatta musa del pensiero socialista. Nonostante tutto, il riconoscimento del suo talento le vale la nomina a professoressa presso la scuola normale Gaetana Agnesi di Milano.

Ada Negri e Ettore Patrizi

Nel maggio dello stesso anno, riceve una lettera di apprezzamento da Ettore Patrizi, giornalista socialista che avrà un ruolo importante nella sua vita. È proprio Ettore a farla entrare negli ambienti socialisti milanesi e a farle conoscere Filippo Turati, Anna Kuliscioff e Benito Mussolini. La Negri non si iscrive al partito socialista, di cui non condivide le idee anticlericali, ma ne frequenta gli ambienti per esplicare la sua attività di volontariato rivolto al sociale. Con Ettore Patrizi ha un’importante relazione e un fidanzamento che si rompe quando lui si trasferisce in America per lavoro. La sua seconda raccolta, Tempeste, risente di questo rapporto amoroso interrotto bruscamente.

Tempeste e l’impegno sociale

Tempeste viene pubblicato nel 1895. L’autrice è oggetto di critiche feroci da parte di Luigi Pirandello e Benedetto Croce, ma le sue due raccolte di poesie hanno tanto successo da essere tradotte in svariate lingue e avere diverse ristampe. Nella produzione della Negri, Tempeste rappresenta una sorta di spartiacque tra la poetica socialista e quella successiva, più intimista e meno interessata ad affrontare problemi sociali. Il lavoro successivo è, infatti, Maternità che risente della sua esperienza di madre e del turbolento rapporto con il nuovo marito Giovanni Garlanda. Nonostante i suoi scritti virino in direzioni nuove, Ada Negri rimane attiva nel sociale mantenendo, in tutto il primo decennio del Novecento, un ruolo di preminenza nel socialismo riformista. Nel 1899 fonda, a Milano, con Ersilia Majno L’Unione femminile, associazione in favore dell’elevazione e dell’istruzione delle donne. L’impegno dell’Unione è la salvaguardia delle lavoratrici – operaie, maestre, impiegate, insegnanti di scuola media – e l’affermazione del valore sociale della maternità. Negli stessi anni collabora con la Majno alla realizzazione dell’Asilo Mariuccia: un ricovero per le donne che si prostituiscono e per quelle che sono a rischio di farlo. Non un luogo di recupero, ma una scuola per l’educazione all’emancipazione femminile.

Il rapporto con Mussolini

Ada Negri tiene dal 1903 al 1911 la rubrica Cronache del bene sul «Corriere della sera», spazio in cui parla di attualità e problemi sociali. Qualche anno più tardi ottiene la separazione dal marito e incontra a Milano Benito Mussolini. Ada Negri ritrova nel mussolinismo l’atmosfera della sua giovinezza, il sogno di una Milano populista e di una lotta per il cambiamento radicale del sistema. Spera che questa lotta sia vantaggiosa per gli interessi del proletariato, soltanto più tardi invece ne comprenderà le colpe. Non ha la tessera del Partito, ma il suo appoggio a Mussolini le fa perdere molti amici di vecchia data. Mussolini, dal canto suo, la apprezza come poetessa e scrittrice tanto da sostenere la sua candidatura al Premio Nobel per la Letteratura nel 1926 (vinto da Grazia Deledda) e decretarla nel 1940 prima donna membro dell’Accademia d’Italia. Soltanto con l’avvento della Seconda Guerra mondiale Ada si rende conto delle colpe e dell’orrore del fascismo.

Altre opere

Pubblica nel 1919 Il libro di Mara (1919), ritenuto uno dei suoi lavori meglio riusciti; A partire dagli anni venti del Novecento, Ada Negri si dedica alla scrittura in prosa: nel 1921 Stella mattutina (1921) storia autobiografica sulla sua infanzia e adolescenza; nel 1923 Finestre alte; nel 1926 Le strade; nel 1929 Sorelle. Gli ultimi anni della sua vita sono segnati dalla solitudine e dalla sofferenza che la portano ad una rivalutazione delle sue scelte religiose.

Ada Negri muore a Milano l’11 gennaio 1945.

Redazione Letturificio
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