LE ESCLUSE

Alla riscoperta di Sibilla Aleramo

Si sviluppano nell’Ottocento, in Occidente, le idee di emancipazione femminile e la riflessione sulla condizione della donna, fino ad allora esclusa dalla vita socio-economica e politica. La prima ondata femminista europea va da metà dell’Ottocento fino alla fine della prima guerra mondiale, rivendicando una parità tra uomo e donna a livello di diritti e opportunità e un’uguaglianza sociale tra tutti i ceti subordinati. La questione femminista, però, si diffonde e si allarga a partire dal Novecento. In Italia, in particolare, i movimenti emancipazionisti si sviluppano in ritardo rispetto ad altre parti d’Europa a causa del tardo raggiungimento dell’Unità nazionale. Lo stesso vale per il progresso femminile in ambito letterario, settore nel quale parte d’Europa ci anticiperà: basti pensare a scrittrici come Jane Austen o le sorelle Brontë già attive, in Inghilterra, dalla prima metà del XIX secolo. A tal proposito, Sibilla Aleramo si inserisce nel contesto del movimento emancipazionista femminile italiano dei primi anni del Novecento.

Cenni biografici

Come tante donne dell’epoca, Sibilla Aleramo, pseudonimo di Rina Faccio (nata ad Alessandria il 14 agosto 1876), cresce sotto l’autorità di suo padre. Sua madre presto mostra i primi segni di squilibri psicologici e viene ricoverata in un manicomio. Proprio per volere di suo padre, a cui Sibilla è legata da un profondo affetto, la giovane abbandona gli studi e, a soli dodici anni, inizia a lavorare presso la fabbrica di famiglia. La vita della giovane Sibilla è segnata in maniera indelebile, a soli quindici anni, dall’incontro con Ulderico Pierangeli, impiegato della fabbrica, da parte del quale subisce violenza. Sibilla è costretta ad un matrimonio riparatore con quell’uomo, da cui avrà anche un figlio: Walter. Diversi anni dopo, la sua terribile esperienza e la gabbia di quel tragico matrimonio verranno raccontate nel libro più noto della Aleramo, Una donna. Libro che all’epoca suscitò scalpore, ma che si impose, negli anni, come una delle pietre miliari della letteratura femminile e femminista italiana. A tal proposito, la studiosa Barbara Stackman ritiene che la Aleramo nella tradizione letteraria italiana occupi lo stesso posto di Virginia Woolf nella tradizione anglo-americana.

Sibilla e il movimento socialista femminista

Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, Milano si configura come capitale culturale della nazione. Proprio nell’ambiente milanese si sviluppano alcuni dei più importanti movimenti emancipazionisti femminili del tempo, tra i quali si muove la Aleramo. I movimenti femministi, inizialmente, sono profondamente legati all’ideale socialista e al movimento operaio. Molte donne, infatti, vengono impiegate presso fabbriche, uffici, scuole ma sottopagate e sfruttate. Il partito socialista per primo ne difende i diritti come donne e come lavoratrici. Sibilla partecipa attivamente al movimento socialista femminista per diversi anni, inserendosi nella questione femminile quando in Italia il movimento è in piena espansione. Ne esce come militanza, dopo qualche anno, però, continua a dedicarsi alla questione scrivendo per giornali e riviste femministe. A partire dal 1897 lavora per riviste come «L’indipendente» e «Vita moderna». Sulla situazione delle donne in Italia, nel 1898 scrive:

Potrò fraintendere il significato supremo di questa grande sommossa del mio sesso: ma non per questo son meno convinta ch’esso sia aspirazione ad una maggiore, ad un’ampia dignità femminile: diritti politici, eguaglianza legislativa, parità di istruzione, libertà economica, individualità intera, tutto questo la donna reclama pel raggiungimento di una vera dignità umana, di cui il sesso possa andare altero finalmente […]. Questa dignità femminile non è stata fin qui mai conseguita; ed oggi, più che mai, se non in tutti, in molti paesi d’Europa e moltissimo nella nostra Italia, questa dignità […] è un mito, se non un’ironia.

Alcuni dei suoi più importanti articoli sulla questione femminile sono stati raccolti postumi in La donna e il femminismo (1987).

Sibilla Aleramo e l’impegno letterario

Sibilla viene chiamata a Milano tra il 1899 e 1900 per dirigere la rivista «L’Italia femminile», fondata da Emilia Mariani. Per la Aleramo la guida di questa rivista è una grande occasione, sulla quale però incidono le pressioni del marito e i dissidi con l’editore Lamberto Mondaini. Rimane alla direzione, infatti, per pochi mesi durante i quali, però, dimostra determinazione e vero interesse per l’argomento femminismo dando nuovo volto alla rubrica In salotto. Quest’ultima dapprima dedicata ai problemi di cuore, con lei sarà avviata al dibattito politico intorno alla questione delle donne. Sibilla Aleramo pone sotto gli occhi delle lettrici il fondamentale problema della mancanza di partecipazione femminile alla politica, creando dibattito tra di esse e guidandole in una questione così complessa e importante. Il botta e risposta tra Sibilla e le sue lettrici risulta oggi incredibilmente utile per comprendere la cultura italiana di inizio Novecento riguardo al ruolo sociale della donna. Di seguito la risposta di una lettrice alla questione della politica:

Ma tu credi che a noi donne possa, anche superficialmente, interessare la politica? E non ritieni questo mostro nero dannoso alla nostra serenità ed ai nostri nervi, alla nostra bellezza, al nostro spirito e al nostro amore?

Una donna, di Sibilla Aleramo

Una donna, opera più nota dell’autrice, viene pubblicato a Roma nel 1906, dopo un’elaborazione durata quattro anni e dopo essere stata rifiutata per ben tre volte. Alla fine del 1902 Sibilla, ancora Rina, abbandona la casa del marito Ulderico Pierangeli a Porto Civitanova Marche e si trasferisce a Roma. È Giovanni Cena, poeta e direttore de «La Nuova Antologia», a spronarla a scrivere un racconto sulla sua vita e ad aiutarla nella correzione e revisione del testo. Sibilla successivamente si legherà sentimentalmente al poeta. Inizialmente Una donna viene scritto come confessione, con l’urgenza dell’autrice di manifestare sentimenti e idee. Soltanto in un secondo momento Sibilla decide di volerne fare un libro da cui poter trarre un insegnamento. Per lei Una donna diventa il mezzo per rivelare a suo figlio Walter la verità sulla sua travagliata relazione matrimoniale e, allo stesso tempo, il suo contributo per aiutare le donne che, come lei, soffrono.

Di quello che ho sofferto io, materialmente e moralmente, molte donne continuano a soffrire: queste mi capiranno.

Libri consigliati

Sibilla Aleramo è stata una letterata, una femminista convinta che ha combattuto le battaglie per i diritti delle donne muovendo le coscienze di tanti lettori e lettrici del suo tempo. Sibilla Aleramo ha raccontato la sua storia, la sua esperienza, offrendo un supporto a donne nella sua stessa condizione in un tempo che non prevedeva tali libertà. Il suo contributo alla letteratura italiana non si ferma soltanto ad Una donna, che rimane sicuramente il suo testo più importante, ma continua con opere come Il passaggio, Amo dunque sono, Andando e stando, raccolta di prose pubbliche e private e soprattutto con i tanti articoli scritti nel corso della sua carriera, dai quali emerge forte il suo acume e la sua determinazione.

Redazione Letturificio
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