BIOGRAFIE D'AUTORE

Piccola biografia di Charles Dickens (parte prima)
Charles Dickens

Charles John Huffman Dickens nasce il 7 febbraio 1812 alla periferia di Portsmouth, da John ed Elizabeth Dickens, non sono note le origini della famiglia. Alla nascita di Charles, secondogenito, la famiglia vive in una casetta non signorile, ma rispettabile con la quale può rivendicare l’appartenenza alla borghesia. Questa casa sarà soltanto la prima delle tante che la famiglia cambierà nel corso degli anni.

Negli scritti di Dickens, che ruotano intorno all’ambiente domestico, la famiglia è idealizzata e diventa icona della vita sociale, nella realtà Charles ha una famiglia molto ristretta a dispetto di quella classica vittoriana che descrive nei suoi testi.

Charles e il rapporto con la famiglia

Il rapporto con i genitori è molto complesso, soprattutto quello con il padre che, nel corso degli anni diventa per Charles un peso, in una sorta di rapporto padre-figlio invertito. Charles accusa il padre di ingratitudine e avidità. Tra le figure a cui l’autore è più legato troviamo la nonna paterna, che ha la fama di essere una grande narratrice.

Nel 1815 la famiglia si trasferisce a Londra, in questo periodo il padre John si ritrova coperto di debiti. Nel 1817, a causa dei problemi economici, si trasferiscono a Ordnance Terrace e rimangono per quattro anni in una piccola casa, angusta, dalla cui finestra Charles ammira il porto, la darsena e i campi. Scenari che si ritrovano nei suoi testi più famosi.

L’infanzia di Charles Dickens

Nonostante le condizioni economiche limitate, questi sono gli anni più felici della sua infanzia. Da bambino è un grande osservatore e si dimostra molto diligente. La prima insegnante è la madre che lo avvicina alla letteratura e gli insegna i primi rudimenti della lingua inglese e latina.

Nel 1818 inizia a frequentare, con la sorella, una piccola scuola privata. Comincia a leggere e il suo primo amore è Cappuccetto rosso. Oltre ad essere un lettore è anche un avido ascoltatore di fiabe. Inizia presto a scrivere le sue storie, molto apprezzate dai compagni di classe.

Un altro elemento importantissimo della sua infanzia è l’amore per il teatro. Alcuni cugini lo portano a Londra, in un piccolo teatro malconcio, e lì assiste, per la prima volta, allo spettacolo del Riccardo III e del Macbeth e ne rimane folgorato. Questo amore per teatro e recitazione lo accompagna per tutta la vita.

Charles e l’amore per la lettura

Nel 1821 si trasferisce in una scuola più grande e prestigiosa e cambia nuovamente casa. Proprio nella casa di St Mary’s Place, Charles scopre la letteratura. In una stanza, infatti, il padre custodisce i titoli più in voga del momento: Robinson Crusoe, Il vicario di Wakefield, Le mille e una notte, libri che mantengono in vita la sua fantasia e la sua speranza.

Charles si rivela un bambino solitario, perso nelle sue letture e nella sua immaginazione. Nei racconti dei ragazzi che frequentano la scuola con lui è descritto come un ragazzo gioviale e allegro, ma nei suoi racconti semi-autobiografici emerge un ragazzino introverso, angosciato, apprensivo, una parte di sé che non svela a nessuno. È un bambino molto sensibile e risente, in quegli anni, dei problemi finanziari che gravavano sulla famiglia.

Quando Charles ha 10 anni, la famiglia torna a vivere a Londra. Trasferirsi a Londra significa abbandonare l’istruzione e per Charles questo è un durissimo colpo. Solo, senza amici e privato del proprio futuro, si ritrova a vivere in uno dei sobborghi più poveri della città. Proprio in quel sobborgo, però, Charles ha le prime impressioni di quella lotta alla povertà che emergerà nei suoi scritti. John Dickens, nel frattempo, è sempre più vicino alla bancarotta.

Il lavoro in fabbrica

Nel 1824, appena dodicenne, Charles inizia a lavorare nella fabbrica del cugino, con grande entusiasmo dei genitori che sperano così di risollevare le finanze famigliari. Per Charles, giovane avido di studio e conoscenza, è solo un complotto per precipitarlo nel mondo degli adulti e allontanarlo definitivamente dai suoi studi.

In quel periodo la sua infanzia, la sua devozione alla lettura e l’immaginazione subiscono un arresto. Quel brutto periodo non è ancora finito e, qualche giorno dopo, il padre viene arrestato con l’accusa di debitore insolvente e mandato nella prigione di Marshalsea. Quel luogo ossessionerà Dickens per tutta la vita. Le numerose visite domenicali fatte al padre in prigione, l’immagine di quelle celle, gli sguardi dei prigionieri e tutto ciò che riguarda quel luogo rimane indelebili nella memoria e negli scritti di Charles.

L’incertezza di quei mesi porta ad altri incessanti traslochi. Nonostante tutto Charles non si lamenta mai, tiene per sé le sue emozioni, una discrezione che lo caratterizza anche nella maturità.

Il lavoro al giornale e il successo

Finalmente la situazione migliora, il padre riceve un’eredità inaspettata e riesce a risollevarsi. Charles si dedica all’istruzione frequentando la scuola di Wellington, deciso a seguire la carriera di relatore del Parlamento per i giornali, intrapresa dal padre negli ultimi anni. Comincia la carriera a 19 anni. Scrive molti schizzi, impegnandosi particolarmente nel lavoro e nel 1833 escono, sul «Monthly Magazine», i primi Sketches, dei bozzetti di tipi e incidenti umoristici, sotto lo pseudonimo di Boz (pubblicati in volume nel 1836). Questi bozzetti contengono già tutti gli elementi caratteristici della sua scrittura, i personaggi descritti incarnano in modo spontaneo i lati più tipici del temperamento inglese. Gli stessi elementi si ritrovano in The posthumous papers of the Pickwich Club (1837), pubblicato a dispense mensili, come poi la maggior parte delle sue opere, che gli procura fama e fortuna. È nel 1835 che un tale signor Hogarth, proprietario dell’ «Evening Chronicle» gli chiede di scrivere uno schizzo originale. In breve tempo, Charles Dickens diventa uno degli autori inglesi più apprezzati.

Redazione Letturificio
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