IL BLOG DI LETTURIFICIO

Scapigliatura italiana: i protagonisti, la storia e le opere da non perdere
scapigliatura

All’interno del nostro panorama letterario, attorno alla metà del XIX secolo, si crea una frattura generata da artisti e poeti, che si sentono esclusi dalla borghesia contemporanea, non rassicurati dall’idea di un’Unità nazionale, né rappresentati dal romanzo di tipo manzoniano. Questo gruppo di artisti, riuniti sotto il movimento della scapigliatura, si contrappone con ferocia agli ideali del tempo, anticipando la corrente decadentista.

La scapigliatura: l’inizio del movimento

La scapigliatura è il primo movimento letterario e poetico della nuova Italia, si afferma infatti nel decennio successivo all’Unità, dal 1860 al 1870, in particolare in Lombardia e in Piemonte. Prende le mosse dal romanzo di Cletto Arrighi La scapigliatura e il 6 febbraio 1853, nel quale l’autore dà una definizione di questo gruppo di artisti e scrive una vera e propria dichiarazione d’intenti:

In tutte le grandi e ricche città del mondo incivilito esiste una certa quantità di individui di ambo i sessi, fra i venti e i trentacinque anni, non piú; pieni d’ingegno quasi sempre; piú avanzati del loro tempo; indipendenti come l’aquila delle Alpi; pronti al bene quanto al male; irrequieti, travagliati,… turbolenti – i quali – o per certe contraddizioni terribili fra la loro condizione e il loro stato – vale a dire fra ciò che hanno in testa e ciò che hanno in tasca – o per certe influenze sociali da cui sono trascinati – o anche solo per una certa particolare maniera eccentrica e disordinata di vivere – o, infine, per mille altre cause, e mille altri effetti, il cui studio formerà appunto lo scopo e la morale del mio romanzo – meritano di essere classificati in una nuova e particolare suddivisione della grande famiglia sociale, come coloro che vi formano una casta sui generis distinta da tutte le altre. Questa casta o classe – che sarà meglio detto – vero pandemonio del secolo; personificazione della follia che sta fuori dai manicomii; serbatoio del disordine, della imprevidenza, dello spirito di rivolta e di opposizione a tutti gli ordini stabiliti; – io l’ho chiamata appunto la Scapigliatura. […] La Scapigliatura è composta da individui di ogni ceto, di ogni condizione, di ogni grado possibile della scala sociale.

Gli esponenti del movimento e le motivazioni

Il movimento scapigliato nasce dal desiderio dei poeti di uscire dai limiti della letteratura precedente e di raccontare una realtà non più comprensibile attraverso lo sguardo del romanticismo e dei suoi ideali. Il primo gruppo è quello milanese, città nella quale è più forte, in quegli anni, lo spirito borghese e lo sviluppo capitalistico. Tra le fila del movimento si distinguono Emilio Praga e Igino Ugo Tarchetti per le innovazioni tematiche, in contrasto con il conformismo borghese e il romanzo storico, e Carlo Dossi e Giovanni Faldella per gli interventi sulla struttura e lo stile degli scritti. Gli scapigliati, spinti da un forte spirito di ribellione contro la cultura vigente e la tradizione borghese cattolica, rifiutano gli ideali positivisti e guardano alla realtà che li circondava come ad un fenomeno in continua trasformazione. Sono insofferenti nei confronti delle convenzioni del tempo e dalla società dedita al materialismo e per questo mostrano cinicamente la miseria della vita nella poesia.

Scapigliatura: temi e modelli

La scapigliatura rappresenta una prima vera e propria avversione italiana al capitalismo, come già accaduto nella letteratura francese con i poeti maledetti. I letterati scapigliati, infatti, si rifanno proprio al modello francese, in particolare ad autori come Arthur Rimbaud, Charles Baudelaire e ad Edgar Allan Poe, riferimento di tutto il movimento simbolista. A questi si ispirano per la la rappresentazione apocalittica e il tentativo di riscatto dalla modernità, ma anche per lo stile di vita eccentrico e instabile, caratterizzato spesso da condizioni di povertà e abuso di droga e alcool. La miseria umana è ben rappresentata anche nella loro letteratura, caratterizzata da opere in chiave biografica, nelle quali elementi ricorrenti sono il macabro, la bruttezza, l’orrido e i temi della lotta alle convenzioni borghesi e il racconto dei drammi dell’esistenza.

Questo movimento, breve ma notevole nel nostro panorama letterario, rappresenta per la prima volta, l’attrito tra artista e società. La scapigliatura non è una vera avanguardia, ma un gruppo di artisti sperimentali, eccentrici, liberi che non seguono una linea stilistica o un preciso manifesto, ma che mostrano, attraverso la loro arte, la disillusione nei confronti della società a loro contemporanea, anticipando il movimento decadentista.


Libri dei poeti scapigliati da non perdere

  • Fosca, di Igino Ugo Tarchetti

  • Note azzurre, di Carlo Dossi

  • Memorie del presbiterio, di Emilio Praga

Redazione Letturificio
© Riproduzione Riservata