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PsicoLetturificio incontra Ebenezer Scrooge di “Canto di Natale”
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Canto di Natale è una delle opere più note dello scrittore inglese Charles Dickens e uno dei libri di natale più amati al mondo. Fu pubblicato a ridosso del natale del 1843, vendendo in un solo giorno seimila copie. Fu tanto il successo che, in seguito, a Charles Dickens fu chiesto di scrivere altri racconti a tema natalizio. Il personaggio di Scrooge, nel corso degli anni, è divenuto iconico e la sua storia, ancora oggi, riesce ad emozionare i lettori di ogni età.

Di seguito, abbiamo immaginato che Ebenezer Scrooge affrontasse una seduta di terapia dallo psicologo riflettendo sulla sua condizione e sui cambiamenti in atto. Per questioni pratiche e di coerenza con il progetto, abbiamo considerato i tre spiriti natalizi come figure apparse in sogno al Signor Scrooge.



(Scrooge entra nello studio della Dottoressa L. in forte stato di agitazione)

Buongiorno Dottoressa L., io devo parlarle, devo raccontarle le cose assurde che mi stanno capitando. Non posso più trattenermi! Le mie notti non sono più momenti di riposo, ma di terrore!


Buongiorno Sig. Scrooge, si calmi, si accomodi e mi racconti cosa sta succedendo.

Oh no, altro che calma! Il tempo scorre, e il denaro pure quindi vengo subito al punto! Ci sono queste figure, questi spiriti che si recano da me a tarda ora. La notte scorsa, in casa mia, c’era il mio vecchio socio in affari, Marley, con gli occhi immobili, spettrali, e portava con sé delle lunghe catene. Era così triste, sofferente, un dannato! Pover’uomo, una vita intera dedita al lavoro e ora ritrovarsi così. Ma non è questa la cosa peggiore, il caro Marley, infatti, mi ha avvisato che più tardi avrei ricevuto la visita di uno strano spirito, e così è stato. Scoccata la mezzanotte, vedo arrivare un uomo, a metà tra un bambino e un anziano, con lunghi capelli bianchi e vestito di una tunica immacolata. Questo, trascinandomi con sé, mi ha portato in volo sulla campagna, la città era sparita, siamo passati nelle vie che frequentavo da bambino e ho riconosciuto tutti i ragazzi di allora. La notte successiva ecco arrivare un altro spirito! Questa volta un uomo enorme, seduto su una montagna di buon cibo, con una veste verde, con il manto bordato di pelliccia bianca. Con lui ho visto la città nel giorno di Natale, le botteghe ancora semiaperte, le persone che al suono delle campane si riversavano nelle stradine e l’odore delle pietanze che invadeva l’aria. Poi mi ha portato a vedere come i minatori festeggiavano il natale, come su un faro isolato due uomini brindavano augurandosi Buone feste. E altri su una nave, in mezzo all’oceano, che mugolavano motivi natalizi e raccontavano storie di natali passati. Capisce quanto è strana questa situazione? Lei deve aiutarmi, non so più come fare a riposare, mi sembra di sentirne le voci, i passi nella mia stanza, di vedere quelle figure avvicinarsi a me per portarmi via! Non so cosa vogliano questi spiriti da me. Povero dannato!


Crede di aver vissuto questi momenti di cui accennava? O forse si è trattato di sogni?

Un sogno dice? Ma…ma era così reale, ho visto lo Scrooge bambino, seduto in quell’aula spoglia, malinconica, tutto solo a leggere i suoi libri dalle mille avventure, mentre gli altri bambini giocavano fuori con la neve. E poi il me ragazzo con una donna, era la mia giovane fidanzata, molto tempo fa, ma l’amore non ha resistito alla mia tenacia nel raggiungere il guadagno. Che pena rivivere quelle situazioni così lontane nel tempo, provo una profonda tristezza! Ah e poi c’era la mia sorellina, che mi attendeva con ansia, che mi pregava di tornare a casa con lei. Era così dolce la mia piccola sorella! E l’altra notte c’era anche mio nipote, che nel giorno di natale, seduto a tavola, si prendeva gioco di me con i suoi amici. Che considerazione che ha di me! E…ora che ci penso, mi sono svegliato durante la notte e ho pensato proprio al mio caro nipote…si, si era un sogno, ma era così reale che credevo di impazzire! Ho paura Dottoressa, ho paura che possano tornare da me nel cuore della notte, che mi stiano spiando anche in questo momento!


Capisco, rivivere questi momenti precisi della sua vita non deve essere stato affatto facile. Mi parlava di un nipote, che rapporto avete adesso?

Non posso negare la gentilezza del mio giovane nipote. Ogni anno viene a farmi visita nel mio ufficio per invitarmi alla cena di Natale, a casa sua. Ma io ho sempre rifiutato, denigrando quell’invito per una festività che fa perdere un giorno di lavoro e di guadagno. Non oso immaginare cosa possa pensare di me. Non ricordo di aver trascorso un solo Natale con la famiglia, a godere insieme del buon cibo, a giocare tutti dopo cena, divertendosi allegramente. In questi anni ho sempre pensato al guadagno, a discapito degli affetti. E adesso mi accorgo di pagarne le conseguenze.


Oltre a lui, ci sono altre persone con cui attualmente ha un rapporto significativo nella sua vita?

In realtà, l’unica persona che vedo quotidianamente e con cui posso dire di avere un rapporto è il mio dipendente, Bob Cratchit. Di lui non posso che parlar bene, sempre ligio al dovere, puntuale. Non mi fa neppure spender denaro per la legna del camino, gli basta scaldarsi con la sua sciarpa. So che ha una famiglia numerosa per questo ho accettato che mancasse a lavoro il giorno di natale, ma a patto che arrivasse prima il giorno successivo. Quando ero giovane feci l’apprendista nel negozio del signor Fezziwig. Quell’uomo ci teneva molto al Natale e alla vigilia ci faceva interrompere il lavoro per preparare la sala e il magazzino per un grande ballo con musica e cibo. Non badava a spese e invitava tutta la città! Io e il mio collega Dick eravamo su di giri all’idea di quella festa. Ora che ci penso, il povero Bob non ha neanche una stanza calda in cui lavorare, né un piccolo dono in denaro per omaggiare la sua famiglia nei giorni di festa. Se continuo così, quando morirò nessuno piangerà per me, nessuno dirà per me una buona parola, tutti saranno sollevati dalla morte del vecchio spilorcio Scrooge. È un pensiero orribile, che mi terrorizza! Vorrei poter fare qualcosa!


Mi sembra di cogliere in queste sue ultime parole, un’apertura, un cambiamento. Forse non tutto è perduto Sig. Scrooge, forse può ancora rimediare o almeno tentare di farlo non crede?

Si, posso tentare! Onorerò il Natale nel mio cuore, e mi adopererò per serbarlo lì tutto l’anno!



Commento della Dottoressa L.

Il Sig. Scrooge si mostra fin da subito come una personalità piuttosto complessa, con molteplici sfaccettature e sfumature che troveranno senz’altro approfondimento. Arriva da me molto spaventato e in uno stato piuttosto confusionale. Inizia subito a dare voce al suo flusso di pensieri ed immagini che evidentemente non sa né collocare dandone un significato, né tantomeno contenere o circoscrivere. Fin dalle prime parole mi trovo davanti ad un dubbio: si tratta di allucinazioni o di sogni? Cercando di metterlo a proprio agio, lo sprono a parlare ed in effetti il suo dire sembra prendere più le sembianze di un racconto onirico. Dalle sue parole, ma anche dall’aspetto e dai movimenti, mi rendo conto di aver di fronte una persona sola e triste, oltre che molto impaurita, benché probabilmente poco consapevole dell’uno e dell’altro aspetto. Ha vissuto praticamente tutta la sua vita arroccato nella sua sicura e stabile posizione di privilegio garantita dalla ricercata agiatezza economica alla quale ha sempre dedicato molta più attenzione che non ai pochi affetti disponibili. Attraverso questi suoi sogni, di cui mi racconta, inizia a vedersi per come – forse – appare agli occhi degli altri: gelido, crudele, arcigno, avaro, solo. Nella vita reale tutto questo potrebbe non esserci o essere soltanto un’ipotesi, ma in lui è sufficiente per innescare idee persecutorie e generare immagini spaventose. Questa nuova visione di se stesso lo terrorizza e pone dunque le prime basi per una presa di coscienza che sarà poi esplicitata a fine colloquio, ma sembra innescare in primis potenti idee paranoiche e manifestazioni ossessive. Ha paura di essere controllato, seguito, spiato da quelli che lui nomina come spiriti, ma sembra essere allo stesso tempo perseguitato dall’opinione orribile che le altre persone, nella vita reale, potrebbero avere di lui, a partire dal nipote e dal suo collaboratore. Tali manifestazioni mi suggeriscono la strada del disturbo paranoide di personalità che dovrà, tuttavia, essere debitamente approfondita anche perché probabilmente inserita in un quadro clinico molto più complesso che va ad intaccare molteplici aspetti.


Disturbo paranoide di personalità

Il disturbo paranoide di personalità si caratterizza prevalentemente in termini di diffidenza e sospettosità persistenti che spingono la persona ad interpretare i comportamenti e le motivazioni degli altri sempre come volontariamente malevoli e dirette verso la propria persona. Dominano in maniera pervasiva pensieri fissi di persecuzione, timori di venir danneggiati, ed una sopraggiunta paura di subire un atto di disprezzo, un torto o un tradimento. Rimane tuttavia intatto l’ “esame di realtà”, ovvero tali idee, che possono essere chiaramente espresse, non raggiungono l’intensità e il carattere proprio del delirio. In base ad una prospettiva più psicodinamica tali idee persecutorie possono essere riferibili a meccanismi di difesa orientati a proiettare all’esterno proprie caratteristiche ritenute cattive.

Redazione Letturificio
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